L’Unione Nazionale Contoterzisti – Uncai sottoscrive il manifesto di Confagricoltura per l’Europa (il documento programmatico rivolto alle istituzioni europee, a tutela della produttività e della competitività delle imprese del settore, che l’organizzazione professionale agricola ha presentato lo scorso 26 febbraio nel corso della propria Assemblea organizzata a Bruxelles presso la sede del Copa Cogeca, ndr) . 

L’INADEGUATEZZA DELL’ATTUALE PAC: «UN MACCHINOSO IMPIANTO IN CONTRASTO CON L’ART.39 DEL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UE»

«Non scopriamo oggi l’inadeguatezza di questa PAC. Abbiamo partecipato attivamente a tutti gli incontri preparatori voluti dall’ex ministro Stefano Patuanelli. Confagricoltura e Uncai hanno sempre denunciato come la Pac stesse diventando un macchinoso impianto in contrasto con l’articolo 39 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea che detta le cinque finalità della politica agricola comune ossia incrementare la produttività, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori», ha affermato il presidente di Uncai Aproniano Tassinari (nella foto sopra) facendo riferimento sia alla riduzione degli aiuti diretti agli agricoltori, stabilita nonostante l’aumento fuori controllo dei prezzi all’origine e i cambiamenti climatici, sia alla brusca introduzione di vincoli ambientali in netto contrasto con l’obiettivo di produrre in quantità cibo sano.

L’ERRORE DI AVER ESTESO IN MODO INDIFFERENZIATO A TUTTI GLI AGRICOLTORI EUROPEI MISURE ANCHE ANDAVANO VALUTATE IN FUNZIONE DEI DIFFERENTI AMBIENTI PEDOCLIMATICI E AGRONOMICI

«Era ed è sbagliato – ha precisato Tassinari – estendere in modo indifferenziato a tutti gli agricoltori europei le misure agronomiche relative al regime di rotazione agraria e all’esclusione di una parte della superficie dalla coltivazione perché sono molto diversi gli ambienti pedoclimatici e agronomici del Nord Europa e dell’area Mediterranea. E occorreva incentivare dove ci sono i maggiori problemi di conservazione del suolo».

L’INSOSTITUIBILE CONTRIBUTO DEI CONTOTERZISTI IN QUANTO PORTATORI DI INNOVAZIONE, PER LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE

«Lo sforzo europeo per lo sviluppo dell’innovazione in agricoltura presta il fianco ad alcune obiezioni – ha proseguito il presidente Tassinari –. Le stime indicano come i benefici delle innovazioni finanziate dalla Unione vadano solo al 5% degli agricoltori europei, quelli con aziende più grandi e con mezzi finanziari necessari a mettere in pratica i cambiamenti, mentre gli agricoltori più deboli ne rimangono esclusi».

L’innovazione, dall’agricoltura di precisione a quella conservativa e rigenerativa, non si scarica a terra senza un approccio distribuito: ha bisogno di notevoli investimenti e non solo economici, ma anche e soprattutto culturali, che difficilmente agricoltori con poche disponibilità sia economiche sia di tempo da dedicare alla formazione e aggiornamento riescono ad acquisire.

«I contoterzisti servono proprio a questo – ha puntualizzato Tassinari – a portare l’innovazione a tutti. Se non è per tutti, l’innovazione non è vero progresso: ogni agromeccanico può lavorare migliaia di ettari ogni anno per conto di piccoli e medi agricoltori con vantaggi economici e ambientali che oltrepassano i confini della singola azienda agricola raggiungendo un’intera comunità».

L’ESIGENZA DI RIVEDERE LA PAC E RICONOSCERE INCENTIVI PER IL RICORSO A SERVIZI AGROMECCANICI PROFESSIONALI

Rivediamo dunque la PAC – ha concluso il presidente di Uncai –, con buona pace per chi ha dedicato mesi di lavoro a quella attuale. Non si tiene in piedi un ponte che crolla. Anziché per l’acquisto di macchinari, ai piccoli e medi agricoltori occorrono incentivi per il ricorso a servizi agromeccanici professionali svolti non in modo occasionale, ma da aziende iscritte a un Albo, all’albo degli agromeccanici».

Fonte: Uncai