Superare i tanti bandi e le diverse misure per puntare su pochi strumenti semplici e stabili nel tempo che evitino una frenetica corsa agli investimenti. Uno in particolare, identificato come lo strumento migliore: il credito di imposta. È questa a proposta per la transizione digitale e la crescita sostenibile del settore agricolo formulata dal presidente di Uncai (Unione nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali) Aproniano Tassinari (il primo da destra nella foto sotto) al convegno “Il ruolo delle macchine agricole nell’innovazione dell’agricoltura – Impatto e futuro delle misure per la meccanizzazione agricola”organizzato da Federacma a Roma presso il Masaf lo scorso 15 ottobre, con la partecipazione delle principali associazioni di categoria del comparto agricolo.

CREDITO D’IMPOSTA 4.0, UNO STRUMENTO CHE PIACE PERCHÉ È ALLA PORTATA DI TUTTI

Aproniano Tassinari, presidente Uncai, primo da destra, al convegno organizzato da Federacma

Una proposta che è nata la scorsa primavera, dopo aver interpellato i soci dell’Unione. «Dall’analisi delle misure avviate in precedenza, il credito di imposta 4.0 è risultato lo strumento preferito dai contoterzisti perché alla portata di tutti – ha fatto presente Tassinari –. Per essere efficace è sufficiente che copra il 40% del costo degli investimenti, con una durata di dieci anni. Un tale credito d’imposta permetterebbe un concreto miglioramento della capacità produttiva e della competitività delle imprese. Occorre che duri a lungo per la natura poco incline ai cambiamenti rapidi del settore agricolo. Inoltre, le tecnologie digitali in agricoltura non sempre sono mature e richiedono tempo per essere adottate efficacemente; così come serve tempo per promuovere una riflessione sugli investimenti utili in azienda».

IL FINANZIAMENTO TECNOLOGICO DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE ACCOMPAGNATO DALLA FORMAZIONE

Il presidente di Uncai si è quindi soffermato sull’importanza della formazione. «È cruciale che il finanziamento tecnologico sia accompagnato dalla formazione – ha sottolineato –. Questa potrebbe essere fornita dai rivenditori di mezzi agricoli, dalle associazioni agromeccaniche o da enti e istituzioni statali come l’Inail. La formazione accompagna l’innovazione tecnologica, garantendo che le tecnologie avanzate vengano utilizzate correttamente e promuovendo una cultura agricola innovativa e sostenibile».

Uncai propone inoltre l’istituzione di un Albo Nazionale degli Agromeccanici Professionali, simile a quelli già attivi in Lombardia ed Emilia-Romagna. «Questo strumento, abbinato a una forma di finanziamento target con premialità, ha dimostrato localmente di essere efficace ed efficiente, fornendo benefici concreti all’agricoltura, alle comunità rurali e all’ambiente. Le imprese iscritte all’Albo potrebbero anche beneficiare di incentivi per l’acquisto di macchinari non omologati come agricoli, ma necessari per affrontare le emergenze climatiche e il dissesto idrogeologico», ha concluso Tassinari.

Fonte: Uncai