L’Unione Nazionale Contoterzisti – Uncai esprime rammarico per il recente voto a favore delle regole sul ripristino della natura da parte del Consiglio dell’Unione Europea.
THINK SAME CONTINUA A GUIDARE LE DECISIONI DI BRUXELLES
«L’esito delle elezioni europee aveva rappresentato un chiaro e democratico invito alle istituzioni europee di ‘pensare diversamente’, ripartire dal foglio bianco e aprire un nuovo capitolo senza trascinare vecchi e contestati dossier. Tuttavia, sembra che le strategie del Green deal stiano già tornando in auge, proseguendo la costruzione di una muraglia invalicabile tra Bruxelles e volontà popolare. Anziché Think Different, Think Same continua a guidare le decisioni», commenta il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.
IL RISCHIO DI ULTERIORI ONERI A CARICO DEGLI AGRICOLTORI E, A CASCATA, DEI CONTOTERZISTI
La proposta di regolamento europeo approvata dal Consiglio Ambiente dell’UE sul nature restoration law potrebbe compromettere il potenziale produttivo del settore primario, imponendo ulteriori oneri ad agricoltori, e a cascata ai contoterzisti, minando la produttività, la sicurezza degli approvvigionamenti e i prezzi equi per i consumatori. «Nonostante alcuni miglioramenti rispetto alla prima stesura, il testo rimane insoddisfacente. Non tutela adeguatamente la superficie agricola e non prevede fondi sufficienti per raggiungere gli obiettivi fissati», prosegue Tassinari.
Il voto dell’Austria è stato determinante, con il Ministro dell’Ambiente austriaco, Leonore Gewessler, che ha cambiato posizione. «Il governo austriaco ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per chiedere l’annullamento del voto, in contrasto con le indicazioni originali, vedremo cosa accadrà», aggiunge il presidente Uncai.
SI RENDE NECESSARIO ORA UN PIANO NAZIONALE BASATO SUL BUON SENSO PER DEFINIRE MISURE ATTUATIVE
La legge UE ora prevede requisiti specifici riguardanti lo stoccaggio di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate, la definizione di quote di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità e il contributo alla piantumazione di almeno 3 miliardi di alberi aggiuntivi entro 6 anni. «Queste questioni avrebbero dovuto coinvolgere agricoltori e contoterzisti per evitare impatti economici e amministrativi negativi. È ora necessario un piano nazionale basato sul buon senso per definire misure attuative», prosegue Tassinari unendosi all’appello espresso dalle associazioni agricole.
Ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050 richiede un approccio oculato. Agricoltori e Contoterzisti affrontano già le sfide del cambiamento climatico ed erosione del suolo per preservare la biodiversità e il paesaggio, garantendo cibo sano e di qualità.
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NESSUNA NUOVA EUROPA SENZA UN PENSIERO DIVERSO
«Think different è un invito a esplorare nuove idee, a sfidare le convenzioni e a cercare significato attraverso la riflessione e la conoscenza; dovrebbe significare proteggere il terreno agricolo, non sottrarlo per ‘restituirlo alla natura’ perché l’agricoltura è già di per sé natura e sostenibilità. Think different potrebbe significare più progetti e risorse finalizzati a facilitare e modernizzare le conoscenze, le tecniche e le tecnologie adottate in campo, partendo dai contoterzisti, quali leve di sviluppo di economie di scala anche ambientali. Le nostre campagne sono deturpate non dal lavoro dei nostri trattori, ma da insediamenti troppo spesso senza senso».
La palla ora passa agli Stati Membri, che avranno due anni per presentare un “Piano nazionale di restaurazione” alla Commissione UE, considerando le diverse realtà nazionali e il livello di deterioramento degli ecosistemi. «È tempo di agire con saggezza e responsabilità per un futuro sostenibile».
Fonte: Uncai