I termini per la revisione delle macchine agricole scadranno a fine giugno (per l’esattezza entro quella data dovranno essere sottoposti a revisione i trattori e le macchine operatrici immatricolati prima del 1984), ma mancano ancora le norme per realizzarla: le condizioni indicate dal decreto ministeriale 28 febbraio 2019, pubblicato a luglio dello stesso anno, infatti, non si sono realizzate, a causa anche della pandemia.
In particolare i corsi dell’Inail per avere sul territorio officine in grado di svolgere la revisione si sono fermati per riorganizzarsi online e, di conseguenza, le officine autorizzate attualmente sono pochissime.
CAI: OCCORRE UNA NUOVA PROROGA MA SENZA STRAVOLGERE I CRITERI ATTUALI
Forti di queste considerazioni, gli agromeccanici aderenti a CAI (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) chiedono al Governo di disporre una nuova proroga, ma senza stravolgere i criteri, già concordati a suo tempo con le rappresentanze della filiera, che prevedono una scansione temporale fondata sulla vetustà dei mezzi coinvolti.
LA REVISIONE NON DEVE CREARE NUOVE DISPARITÀ
«In realtà – osserva il presidente di CAI, Gianni Dalla Bernardina – abbiamo sentito avanzare proposte sconcertanti, che vorrebbero far partire l’operazione proprio dalle macchine più moderne e sicure: un’ipotesi irrazionale che non inciderà sulla sicurezza e che finirà per danneggiare solo coloro che hanno investito nell’innovazione, come gli agromeccanici».
«La nostra è una categoria virtuosa, che si distingue per il rapido turnover delle macchine e per il fatto di disporre di mezzi sempre sicuri, efficienti e moderni, acquistati a prezzo di pesanti sacrifici personali, spesso senza alcun incentivo pubblico», gli fa eco il vicepresidente vicario Sandro Cappellini.
EVITIAMO DI PENALIZZARE UNA DELLE CATEGORIE CHE INVESTONO DI PIÙ NELL’INNOVAZIONE
«Nonostante gli agromeccanici siano nel comparto agricolo la categoria meno favorita dal punto di vista fiscale – prosegue Cappellini – sono anche coloro che manifestano la maggiore spinta innovativa e non vorrebbero essere i primi a subire una revisione di facciata, che concederà altro tempo a chi continua ad impiegare macchine e processi produttivi antiquati e pericolosi».
LA PROPOSTA DI UNCAI: SÌ ALLA REVISIONE MA PARTENDO DAI TRATTORI NUOVI
Nei giorni scorsi anche Uncai (Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali), l’altra organizzazione che rappresenta le imprese agromeccaniche, aveva fatto sentire la propria voce in materia avanzando proprio una delle proposte bocciate senza mezzi termini da CAI.
«Poiché la revisione rischia di scomparire dai radar della politica, superata dalle proposte, anche nel DEF, di finanziamenti per la modernizzazione del parco macchine agricole o di rottamazione del vecchio – aveva sostenuto Uncai – occorre capovolgere il paradigma delle revisioni, con un calendario che parta non dai numerosissimi mezzi immatricolati prima del 1984, ma dai veicoli nuovi».
A detta di Uncai, partire dai trattori più vetusti significherebbe avere a che fare con 500 mila revisioni all’anno nei primi quattro anni, una galassia di officine autorizzate e una programmazione complicata. Meglio sarebbe, quindi, partire dal numero più ragionevole dei nuovi trattori (7-8mila all’anno) che dovrebbero sottoporsi a revisione entro il quinto anno dalla prima immatricolazione, e smaltire il vecchio con molta più pazienza, valutando insieme alle associazioni agricole strategie e metodologie per non penalizzare i mezzi agricoli ancora in grado di dare risultati economici all’agricoltura, sebbene datati.
«In questo modo – ha sintetizzato il presidente di Uncai, Aproniano Tassinari – la revisione diventerebbe sostenibile anche economicamente e potrebbe concretamente diventare il pilastro di un agricoltura più sicura, professionale ed europea».
LE SOLUZIONI PROSPETTATE DA MINISTERO DEI TRASPORTI E INAIL
Sempre da fonte Uncai apprendiamo che Ministero dei trasporti e Inail stanno lavorando a due ipotesi differenti che fanno slittare entrambe la data di partenza effettiva della revisione.
Il primo punta ad apportare delle modifiche al decreto interministeriale del 20 maggio 2015 relativo alla revisione periodica delle macchine agricole e operatrici, spostando la sua entrata in vigore al 1/1/2023. Contestualmente vorrebbe rivedere il calendario delle scadenze. Se così fosse, la revisione partirebbe nel 2025 o nel 2026.
Invece, l’Inail propone di modificare solo il calendario (l’allegato 1 del decreto del 2015), posticipando al massimo al 2023 le prime revisioni, senza mettere in discussione l’entrata in vigore del decreto interministeriale.
FEDERUNACOMA: IL RINNOVO DEL PARCO MACCHINE NON PUÒ PIÙ ASPETTARE
A detta invece dei costruttori di macchine agricole, la revisione non può più aspettare perché l’Italia necessita senza ulteriori rinvii di uno svecchiamento del parco macchine agricole.
«Mi auguro che a livello della nuova Pac, e soprattutto a livello di PSR venga recepita questa esigenza di rinnovamento di un parco macchine che è più che desueto – ha affermato in proposito Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma –. Ne abbiamo un estremo bisogno. Gli input di “From Farm to Fork” di ridurre del 50 per cento l’uso dei pesticidi in agricoltura e almeno del 20 per cento quello dei fertilizzanti sono tranquillamente alla nostra portata dal punto di vista tecnologico ma con un parco macchine di oltre vent’anni non andiamo da nessuna parte».
FEDERACMA: NON SI PUÒ RIMANDARE OLTRE QUESTA ATTIVITÀ CHE CI PONE COME FANALINO DI CODA IN EUROPA
Nei giorni scorsi anche Federacma, la Federazione italiana delle associazioni nazionali dei commercianti macchine e delle ACMA territoriali, ha fatto conoscere con un comunicato stampa la sua posizione in merito alla revisione . «Stiamo tutti aspettando da quasi 6 anni un decreto attuativo che dovrà dire come si effettuerà la revisione, chi la farà, con quali attrezzature e soprattutto quando si farà – si legge nella nota –. Il documento, a cui sta lavorando da circa un anno una commissione costituita da funzionari del ministero dei Trasporti, del ministero dell’Agricoltura e dell’Inail, dovrebbe essere pronto ma ci continuiamo a chiedere perché non “esce”. Questo documento riteniamo che possa bloccare chi invece punta a ulteriori proroghe che porterebbero, per ora, allo slittamento della Revisione al 2025/2026. Speriamo che questo governo compia gli atti giusti e necessari per non far rimandare oltre questa attività che ci pone come fanalino di coda in Europa».
OCCORRONO DUE ANNI PIENI PER LA FORMAZIONE E PREPARAZIONE DELLE OFFICINE
«In ogni caso, se anche gli agricoltori fossero pronti per far passare la revisione ai propri mezzi – prosegue il documento –, le officine dovranno fare degli appositi corsi sulla sicurezza delle macchine agricole, sulla sicurezza delle officine e poi sulle modalità per preparare le macchine alla revisione stessa. Poi le officine che vorranno effettuare le revisioni presso le loro aziende, dovranno acquistare apposite attrezzature e preparare gli spazi dove i tecnici della motorizzazione potranno effettuare i controlli. Tutte queste attività, per quanto si andrà di corsa, comporteranno almeno due anni pieni di formazione e preparazione delle officine».
UNACMA ROC, LA RETE ORGANIZZATA DI OFFICINE CERTIFICATE È GIÀ PRONTA
«Con un po’ di lungimiranza – fa presente Federacma – molti nostri associati hanno già effettuato alcuni corsi sulla sicurezza, organizzati da Unacma, tenuti da formatori Inail presso le sedi Inail ed attestati dalla stessa Inail; quindi dovranno, probabilmente, effettuare soltanto un corso specifico per la revisione.
Ma abbiamo fatto di più! Abbiamo costituito un network di officine che puntano all’eccellenza, le Unacma ROC – Rete Officine Certificate, che si candideranno ad essere scelte tra le officine che potranno effettuare la revisione. Le condizioni di appartenenza al Network Unacma ROC sono talmente stringenti che, per chi dovrà scegliere, dovrebbe essere facile capire chi realmente è già pronto».
Fonti: CAI, UNACMA by FEDERACMA, UNCAI.
Fonti immagini: Marcantuono Ag Tech (apertura), Meccagri, Ricambi del Vecchio, Officine Mazzarolo, Unacma.
articolo aggiornato in data 06/05/2021.