Nella lista provvisoria delle attività che resteranno aperte con l’entrata in vigore delle nuove misure restrittive annunciate dal premier Giuseppe Conte per affrontare l’emergenza Coronavirus è presente con il codice Ateco 28.3 la “Fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura”. A quanto pare, dunque, se non ci saranno ulteriori evoluzioni (va tenuto presente infatti che nell’arco della giornata di ieri l’elenco in questione è stato oggetto di parecchie modifiche), l’industria produttrice di macchine agricole non sarà coinvolta nella serrata estesa all’intero territorio nazionale di tutte le attività ritenute non strategiche, così come non chiuderanno i battenti le aziende di riparazione e manutenzione di trattori agricoli e di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia, in quanto di supporto ad un’attività ritenuta strategica quali sono le “coltivazioni agricole e la produzione di prodotti animali”.
Ma vediamo di capire qual è la situazione negli altri Paesi dove al momento la decisione di chiudere le fabbriche, sia per effettuare gli interventi di igienizzazione e sanificazione degli ambienti sia ai fini di una riorganizzazione dell’attività produttiva dettata da esigenze economiche, è affidata alle singole Case costruttrici.
SOSPENSIONE DELLE ATTIVITÀ DI ASSEMBLAGGIO EUROPEE DI CNH INDUSTRIAL
In data 20 marzo CNH Industrial ha annunciato la sospensione della maggior parte delle sue attività di assemblaggio europee (macchine agricole, per le costruzioni e veicoli commerciali) per un periodo di due settimane, a causa delle interruzioni registrate nella catena di fornitura europea, tali da non consentire un’efficiente operatività.
La decisione della multinazionale italo-americana fa seguito a quella di altri importanti costruttori di mezzi agricoli che, a causa dell’emergenza legata al diffondersi del Covid-19, hanno optato per un fermo temporaneo delle loro fabbriche nel Vecchio Continente.
IN FRANCIA CHIUSI GLI STABILIMENTI DI MANITOU, AGCO E CLAAS
Il 17 marzo il gruppo francese Manitou, specializzato nella produzione di sollevatori telescopici e altre macchine per la movimentazione di materiali, ha comunicato la sospensione delle attività produttive nei suoi stabilimenti francesi fino al 31 marzo. Un scelta che è stata motivata anche sulla base dei numerosi annunci di chiusura delle attività ricevuti da partner, clienti e fornitori.
Fermo dal 17 al 27 marzo incluso anche il sito produttivo Agco di Beauvais e quello del suo fornitore di trasmissioni Gima.
Il 18 marzo è stata la volta di Claas che ha chiuso i propri stabilimenti francesi di Le Mans (Claas Tractor) e di Woippy (Usines Claas France) fino alla data del 27 marzo
Restando in Francia, hanno optato per lo stop delle attività Sulky-Burel (dal 18 marzo, senza specificare la data di riapertura) Grégoire Besson e Carré (dal 19 marzo).
FERMO DI JCB ALLA PRODUZIONE NEL REGNO UNITO
Al di là della Manica JCB, ha comunicato la chiusura dei suoi nove impianti produttivi nel Regno Unito a partire dal 19 marzo e per l’intera settimana successiva. «Queste misure non hanno precedenti nella storia di JCB ma sono assolutamente necessarie per proteggere il business. JCB esporta in tutto il mondo e la domanda dei nostri prodotti ha subito un autentico crollo con ordini annullati e consegne differite – ha dichiarato Graeme Macdonald, CEO di JCB –. Alla luce di questa situazione in rapida evoluzione, dobbiamo assolutamente ripianificare la nostra produzione»,
Nel frattempo il costruttore inglese ha comunicato il ritorno alla operatività della sua fabbrica di Pugong, nei pressi di Shanghai che era stata chiusa lo scorso febbraio.
APERTI PER MOTIVI POLITICI TUTTI GLI IMPIANTI DI JOHN DEERE NEGLI USA
Oltre Oceano, restano aperti tutti gli stabilimenti statunitensi del colosso americano Deere & Company che ha fatto riferimento alla dichiarazione rilasciata, su richiesta dell’amministrazione Trump, dal Dipartimento della Sicurezza nazionale degli Stati Uniti in base alla quale “i lavoratori delle infrastrutture critiche essenziali” dovrebbero continuare a prestare servizio nonostante il diffondersi del virus Covid-19 essendo il loro lavoro vitale “per la sicurezza economica e nazionale”.
CHIUSA INVECE LA FABBRICA AMERICANA DI BRIDGESTONE NELL’IOWA
Allo scopo di prevenire la diffusione del Coronavirus Bridgestone ha optato invece per la chiusura per due settimane del suo stabilimento di produzione di pneumatici agricoli di Des Moines , nello stato americano dell’Iowa.
Un fermo che rientra nella decisione del top player giapponese nel settore degli pneumatici di chiudere tutte le sue 24 fabbriche situate nel Nord, Centro e Sud America.
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