Mezzo milione di giornate di lavoro sono andate perse in agricoltura a marzo con la chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri per far fronte all’emergenza coronavirus.
È l’allarme lanciato da Coldiretti che sottolinea come con il blocco delle frontiere siano venuti a mancare almeno duecentomila lavoratori stranieri che arrivavano temporaneamente in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese.
SUBITO I VOUCHER AGRICOLI PER STUDENTI, PENSIONATI E CASSAINTEGRATI
In piena pandemia Coronavirus – fa presente la principale organizzazione agricola a livello nazionale – si è verificato un calo del 10 per cento delle giornate di lavoro nel mese di marzo nonostante il fatto che il secondo inverno più caldo dal 1800 abbia anticipato la maturazione delle primizie con l’avvio delle raccolte, dagli asparagi alle fragole.
Dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in coltura protetta, con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra lasceranno il posto a quelli all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord.
A detta di Coldiretti «per non far marcire i raccolti nelle campagne e garantire le forniture alimentari alla popolazione è necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse».
BOLZANO, VERONA E FOGGIA AL TOP DELLE RICHIESTE DI LAVORATORI STAGIONALI
Secondo l’analisi della Coldiretti quasi un terzo dei lavoratori stagionali agricoli che veniva in Italia temporaneamente lavorava in sole 6 province e quelle che registrano i valori assoluti più elevati sono Bolzano (6%), Verona (5%), Foggia (5%), Latina (4%), Trento (4%) e Cuneo (4%) dove i voucher rappresentano l’unico realistico strumento per intervenire concretamente.
Fonte: Coldiretti