Gianni Dalla Bernardina è stato rieletto presidente di CAI, la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, espressione di un settore che rappresenta 18.000 aziende, per un fatturato di circa 4,5 miliardi di euro (fonte: Crea-Mipaaf).
La conferma è avvenuta nel corso dell’Assemblea annuale della Confederazione che si è svolta a Verona lo scorso 27 febbraio. L’imprenditore veronese resterà in carica fino al 2024.
ALLE IMPRESE AGROMECCANICHE UN RUOLO CRUCIALE NELLA NUOVA VISIONE DI AGRICOLTURA
Nel suo intervento all’Assemblea, in riferimento al processo evolutivo in atto – sostenuto dall’ambizioso disegno del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversity – che condurrà ad un’agricoltura sempre più multifunzionale, con un minore numero di imprese attive, ma fortemente specializzate e integrate, il numero uno di CAI ha ribadito l’esigenza di una politica in grado di tutelare il ruolo delle imprese agromeccaniche.
Un settore di fatto “dimenticato” dalle politiche agricole nazionali, pur essendo il vero motore dell’agricoltura moderna, tecnologica e improntata alla sostenibilità.
Quali timori incutono le imprese agromeccaniche, senza le quali l’agricoltura italiana è destinata a regredire?”, ha provocatoriamente chiesto Dalla Bernardina aggiungendo che proprio gli agromeccanici «hanno investito oltre 100 milioni di euro nelle attrezzature per l’agricoltura di precisione, sostenendo da soli la ripresa delle immatricolazioni di trattori nel 2020, nonostante la pandemia».
PREMIARE LA SPECIALIZZAZIONE E LA PROFESSIONALITÀ
Né il mancato coinvolgimento del contoterzismo agricolo porterà ad un’agricoltura più verde. E lo conferma un recente studio dell’Università di Milano, secondo il quale il ricorso all’impresa agromeccanica può ridurre l’impatto ambientale di oltre il 50 per cento rispetto alla gestione in proprio.
Anche di fronte alle sfide della rivoluzione verde e delle innovazioni in agricoltura che le risorse del Recovery Fund possono agevolare, serve per il rieletto presidente di CAI «un disegno politico che premi la specializzazione e la professionalità, abbandonando soluzioni di comodo come i finanziamenti a pioggia, che hanno dominato la politica agricola nazionale degli ultimi trent’anni, con i risultati che tutti possiamo vedere».
LA SPINTA ALL’INNOVAZIONE DEGLI AGROMECCANICI IN PIENA SINTONIA CON LE POLITICHE UE
La maggiore considerazione che spetta alla categoria degli agromeccanici nell’evoluzione impressa all’agricoltura dall’Unione europea, attualmente alle prese con la riforma della PAC, è stata evidenziata anche dall’on. Paolo De Castro, componente della commissione Agricoltura al Parlamento europeo, intervenuto all’assemblea in collegamento.
«Fra Recovery Plan e Next Generation EU – ha dichiarato De Castro – l’Europa ha impresso una spinta all’innovazione, alla digitalizzazione e a un’agricoltura più sostenibile, un disegno che intercetta il ruolo dell’agromeccanico, che ha una propensione ad investire per agevolare quelle economie di scala che consentono di migliorare la competitività e ridurre i costi».
UN SINDACATO PIÙ FORTE
Dalla relazione di Dalla Bernardina è emerso anche il grande lavoro di questi anni (la nascita di CAI risale al 2017) che ha portato a un sindacato più forte, a sostegno degli associati, frutto dell’integrazione fra Unima e Confai, completando a livello europeo il processo di integrazione nel Ceettaar.
LE BATTAGLIE SINDACALI VINTE E QUELLE ANCORA DA COMBATTERE
Quattro anni che hanno visto la Confederazione impegnata in una serie di battaglie sindacali come quella sul gasolio agricolo, che ha portato a sventare, all’interno del “Decreto clima”, i tentativi di eliminare le agevolazioni in essere, vale a dire una misura che, diventata legge, avrebbe comportato un aumento dei costi di produzione per oltre 1,2 miliardi di euro.
«Battaglie vinte sui depositi di gasolio denaturato e relativamente a fantasiose interpretazioni delle normative legate alla circolazione stradale dei mezzi agricoli, premiano l’impegno di CAI, ma denunciano allo stesso tempo il problema interpretativo delle norme e il rischio di penalizzare intere categorie produttive con nuovi oneri burocratici, amministrativi e finanziari», ha sottolineato Dalla Bernardina.
PROSSIMO TRAGUARDO IL CONSEGUIMENTO DELL’ALBO DELLE IMPRESE AGROMECCANICHE
Fra gli obiettivi sindacali a breve termine di CAI c’è, poi, il conseguimento dell’Albo delle imprese agromeccaniche, che potrebbe finalmente dare alla categoria la dignità che merita.
IL NUOVO CONSIGLIO NAZIONALE
Il nuovo consiglio nazionale di Cai è composto da: Gianni Dalla Bernardina, Sandro Cappellini, Fabrizio Zuccali, Roberto Ferrari, Rossella Guizzardi, Michele Pedriali, Gianfranco Pini, Lido Calugi, Gianfranco Tirabasso, Carlo Felletto, Andrea Morroni, Rolando Esposto Pirani, Gianluca Ravizza, Matteo Tamburelli.
Revisori dei conti: Paolo Lucherini, Marco Perletti, Claudio Sesani (effettivi); Riccardo Tabasso, Luca Vallone (supplenti).
Fonte: CAI
Fonte immagini: CAI, Argo Tractors, Claas.