Peggiora leggermente lo stato di salute delle imprese agromeccaniche della provincia di Mantova, che rallentano gli investimenti e soffrono nel reperire manodopera qualificata. È quanto emerso dai risultati di un sondaggio che ha coinvolto nelle scorse settimane oltre la metà delle 200 imprese agromeccaniche e agricole aderenti a Confai Mantova.
COSTI AZIENDALI IN CRESCITA NEL 2024
Il 2024 è stato caratterizzato da un incremento dei costi aziendali, prevalentemente per l’acquisto di nuove macchine (70% delle risposte), prezzi dei pezzi di ricambio (70%) e costi di manutenzione del parco macchine (70%). Sono questi i maggiori incrementi segnalati dagli associati di Confai Mantova. Pesano, ma in minore misura (al 20% ciascuno), anche gli aumenti legati all’energia, al personale dipendente e agli input per le produzioni vegetali, come fertilizzanti, mezzi tecnici, diserbanti.
Uno scenario che ha portato il 58% delle imprese agromeccaniche a dover fronteggiare crisi di liquidità negli ultimi sei mesi. Una posizione decisamente meno favorevole rispetto al 2023, quando solamente il 24% delle imprese che avevano compilato il questionario redatto da Confai Mantova aveva rilevato crisi di liquidità nell’ultimo semestre.
Tali difficoltà sono state fronteggiate fronte ricorrendo al prestito bancario (41%), al taglio dei costi di gestione (22%), ma anche all’uso di riserve personali o familiari e alla vendita di beni immediatamente liquidabili (11% in entrambi di questi ultimi due casi). Il 46% delle aziende, trovandosi in questa aggravata crisi di liquidità, ha posticipato o sospeso gli investimenti già pianificati.
L’IDENTIKIT DELLE IMPRESE AGROMECCANICHE ISCRITTE A CONFAI MANTOVA
Quasi sette imprese su 10 (69%) annoverano da 1 a 5 dipendenti; il 15% non ha alcun dipendente e ricorre sporadicamente ai collaboratori, l’8% delle imprese conta fra i 6 e i 10 dipendenti e un altro 8% annovera più di 10 dipendenti.
Relativamente al fatturato medio degli ultimi tre anni, il 38% ha fatturato fra i 200.000 e i 500.000 euro, il 31% si è collocato nella fascia compresa fra 50.000 e i 100.000 euro, il 23% ha superato la soglia dei 500.000 euro, mentre l’8% è rimasto sotto i 50.000 euro.
Siamo di fronte a numeri che, nel complesso, confermano la centralità del ruolo del contoterzismo professionale all’interno della filiera agricola, in termini sia di fatturato sia di valore aggiunto per la filiera nonché sul versante occupazionale.
INVESTIMENTI IN CALO NEGLI ULTIMI DUE ANNI
Rispetto a un anno e mezzo fa, rileva Confai Mantova, si sta allargando la forbice fra le imprese che adottano una strategia di estrema prudenza nelle politiche di investimento e quelle che hanno scelto invece di puntare a una crescita accompagnata da investimenti.
Il 27% delle aziende ha dichiarato, infatti, di non aver effettuato alcun investimento negli ultimi due anni in azienda, con il 12% che si è mantenuto al di sotto dei 100.000 euro. Nel 2023 i numeri erano diversi: il 15% aveva dichiarato di non aver realizzato investimenti negli ultimi due anni, mentre il 17% che si era mantenuto sotto i 100.000 euro.
Il 42% delle imprese di meccanizzazione agricola ha investito nell’ultimo biennio fra i 100.000 e i 300.000 euro; il 15% ha realizzato investimenti complessivi fra i 300.000 e i 100.000 euro, mentre il 4% si è spinto oltre i 500.000 euro. Nel confronto col 2023, gli associati avevano evidenziato una maggiore propensione agli investimenti, con il 25% che aveva investito fra i 300.000 e i 500.000 euro e l’11% che si era spinto oltre i 500.000 euro.
Una divergenza che si può spiegare con gli aiuti dell’Agricoltura 4.0 e del credito d’imposta, oggi sostituiti da bandi più complessi, come Agricoltura 5.0 e che si può leggere in controluce anche dalle performance negative delle vendite di trattori, trattrici e macchine agricole, che nel 2024 hanno toccato alcuni dei punti più bassi degli ultimi anni (Dai dati di FederUnacoma, nel 2024 il mercato trattori in Italia ha perso altre 2.166 unita, assestandosi a un minimo storico di 15.448 trattori immatricolati nei 12 mesi).
PREVISIONI DI INVESTIMENTI FUTURI IN CALO
La diminuzione delle certezze, anche con la rarefazione dei bandi per l’innovazione, raffredda la propensione agli investimenti futuri dei contoterzisti. Il 42% di chi ha risposto al sondaggio pensa di investire meno di 100.000 euro nei prossimi due anni, il 24% ipotizza investimenti fra i 100.000 e i 300.000 euro, il 15% fra 300.000 e i 500.000 euro e il 4% pensa di sviluppare nei prossimi due anni investimenti per oltre 500.000 euro. Ammontano addirittura il 15% le aziende che al momento non hanno pianificato alcun investimento nei prossimi due anni.
Chi è orientato a investire, in oltre 7 casi su 10 punta a nuove macchine agricole (73%), mentre il 12% pensa a strutture impianti, un altro 12% all’agricoltura digitale, l’8% valuta azioni orientate alla produzione di energia rinnovabile. Una fetta interessante punta alla formazione (19%), ma anche all’acquisto di terreni (8%) e alle consulenze (8%).
RITARDI NEI PAGAMENTI DAGLI AGRICOLTORI
A incidere in parte nel rallentamento degli investimenti potrebbero essere anche i rapporti fra imprese agromeccaniche e clienti agricoltori. Più specificatamente, il 77% dei contoterzisti intervistati denuncia tempi lunghi di pagamento, il 54% dichiara difficoltà di pagamento, mentre il 27% lamenta difficoltà nella possibilità di decidere (o di essere coinvolto nella scelta) semine e piani colturali più idonei.
FURTI TRATTORI: IL SETTORE SI STA PROTEGGENDO
Se una delle piaghe degli ultimi anni che ha colpito il settore agricolo e del contoterzismo professionale è stato il furto dei trattori, si è assistito a una vera e propria corsa a procurarsi soluzioni di protezione, con la maggior parte delle imprese che si è dotata di sistemi di allarme e antifurto, telecamere e sbarre di entrata, strumenti innovativi per la protezione dei capannoni, dei trattori e delle macchine agricole.
L’ETÀ MEDIA DEGLI OPERATORI AVANZA
Anche il comparto agromeccanico deve fare i conti con il progressivo invecchiamento degli imprenditori e dei dipendenti, tanto che il 59% dei titolari di impresa che hanno risposto al questionario di Confai Mantova ha un’età media fra i 41 e 65 anni, mentre il 28% si colloca oltre i 65 anni di età. Solo il 3% dei titolari rientra nella fascia fra i 18 e i 25 anni, mentre il 10% si colloca tra i 26 e 40 anni.
L’85% di chi ha compilato il questionario ha dichiarato difficoltà nel reperire manodopera. Tra le figure più ricercate, in particolare, gli addetti alla conduzione e alla guida di macchinari e trattrici, ma anche meccanici, agronomi e tecnici digitali.
FUTURO POSITIVO, MA NON MANCANO LE INCERTEZZA
Se il 62% dichiara che l’azienda avrà un futuro dopo il pensionamento dell’attuale titolare, il restante 38% sostiene l’opposto. Parallelamente, e in misura ancora maggiore, la difficoltà nel reperire manodopera specializzata spaventa, tanto che ben 8 operatori su 10 sono convinti che tale risvolto rappresenti un limite per il futuro aziendale.
UN FUTURO DIGITALE
Il comparto mostra particolare attenzione alla digitalizzazione in agricoltura: l’innovazione digitale, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Agri-food del Politecnico di Milano, ha toccato in Italia in 2,3 miliardi di euro. È così che, oltre ai corsi obbligatori, gli imprenditori agromeccanici sono interessati ad approfondire i temi dell’agricoltura di precisione, della raccolta dei dati e della lettura delle mappe (46%), ma anche dei sistemi per la tracciabilità lungo la filiera agricola e le opportunità connesse al ruolo del contoterzismo professionale (27%), così come alle opportunità dell’Intelligenza Artificiale e alle possibili applicazioni in agricoltura (23 per cento). Elementi, d’altronde, che gli operatori indicano quali essenziali per il futuro dell’agricoltura.
Allo stesso tempo, l’agricoltura mantovana – secondo il punto di vista dei contoterzisti – sarà dominata dalle aziende zootecniche, con un incremento delle superfici coltivate a prato, con un aumento delle superfici medie aziendali, che porteranno a un consolidamento delle imprese agricole. Purtroppo, però, sono ben radicati i timori di un’agricoltura che anche sul territorio sarà influenzata dagli eventi climatici e non sarà necessariamente più redditizia rispetto ad oggi.
LE IMPRESE AGROMECCANICHE DI DOMANI, I GRUPPI DI ACQUISTO E LE TEA
Alla domanda su come potrà essere strutturata l’impresa agromeccanica fra 10 anni, gli operatori non solo sono fortemente convinti che saranno maggiormente presenti elementi di digitalizzazione e innovazione in senso ampio, ma intravedono anche un rafforzamento nel settore della manutenzione e cura del verde pubblico e delle attività di scavo, che andranno a integrare le tradizionali attività nel settore agricolo.
Le incertezze economiche attuali, accompagnate da un incremento dei costi (come emerso anche dal questionario), spingono il settore a valutare la creazione di gruppi di acquisto per ridurre i costi di approvvigionamento (83%), con la possibilità di cooperare nell’acquisto di carburante agricolo (65%), mezzi tecnici (46%) e sementi (19 per cento).
Oltre 6 operatori su 10 (64%) sono favorevoli allo sviluppo delle Tea (Tecniche di evoluzione assistita) e, fra questi, il 61% sarebbe favorevole a mettere a disposizione una parte dei propri terreni per la sperimentazione delle Tea.
IL COMMENTO DI CONFAI MANTOVA
«Lo scenario che le imprese agromeccaniche e agricole della provincia di Mantova associate a Confai Mantova non ci coglie di sorpresa – ha commentato il presidente, Marco Speziali -. In ogni parte del mondo, quando i sussidi per l’acquisto di macchine e mezzi agricoli ad alto tasso di innovazione vengono eliminati, automaticamente si contraggono le vendite. Se vogliamo in futuro un’agricoltura sostenibile, competitiva, in grado di innovare e di ridurre l’impatto ambientale è necessario pianificare politiche di investimento coordinate a livello europeo, riconoscendo strumenti validi a sostegno delle imprese agricole e agromeccaniche, senza ghettizzazioni, ma nella consapevolezza che è il contoterzismo professionale il segmento della filiera agricola che investe maggiormente in trattori, mietitrebbie, macchine e attrezzature agricole».
Stefano Bonisoli, direttore di Confai Mantova, ha annunciato un nuovo servizio da parte dell’organizzazione. «L’agricoltura sta attraversando una fase di profondo cambiamento e le imprese devono essere seguite con servizi sempre più specifici – ha dichiarato Bonisoli -. Per questo Confai Mantova sta pianificando una strategia di consulenza su misura direttamente nelle aziende agromeccaniche e agricole del territorio, per essere ancora più presenti sul territorio».
Fonte: Confai Mantova
Fonte immagini: Adobe Express elaborazione Meccagri, Confai Mantova