Durante l’assemblea generale dell’Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola (APIMA) Cremona, si sono affrontati temi cruciali come la direttiva nitrati, l’albo degli agromeccanici e l’industria 5.0. L’evento ha visto la partecipazione di circa 150 imprenditori agricoli e agromeccanici del territorio.
LA COMPLESSA GESTIONE DEI REFLUI ZOOTECNICI, IN OTTEMPERANZA ALLA DIRETTIVA NITRATI, E L’INCOMPATIBILITÀ DELLA GESTIONE DELLE ACQUE CON LA DIRETTIVA UE SUL “RIPRISTINO NATURA”
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«Dopo un anno piovoso come il 2024, con l’avvicinarsi dell’autunno/inverno è nata la problematica dello spandimento dei reflui, soggetta al blocco imposto dall’Europa e alle aperture programmate del bollettino nitrati, che non ha potuto tenere minimamente conto dei ritardi causati dalle intemperie. È un problema che si trascina da molti anni», ha esordito il presidente di Apima Cremona Clevio Demicheli rivolgendosi all’assessore all’agricoltura della Lombardia Alessandro Beduschi, presente in video e diretto a Roma al Ministero per affrontare la questione nitrati.
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«Stiamo portando all’attenzione del ministro Lollobrigida le preoccupazioni del settore primario. La gestione dei reflui zootecnici è complessa», ha puntualizzato l’assessore, spiegando come la Lombardia sia tuttavia più avanti di quanto creda l’Europa per quanto riguarda l’interramento dei reflui, la copertura delle vasche di stoccaggio, l’uso di inibitori e l’impiego del digestato come ammendante e fertilizzante.
Il professore Gilmo Vianello, vicepresidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, ha trattato i temi delle variazioni climatiche in atto, puntualizzando l’inganno che sottostà alla parola “cambiamenti”. Da grande esperto del suolo, ha parlato di fertilità e dei benefici della zootecnia per concludere che oggi la vera emergenza è la gestione delle acque, incompatibile con i principi ambientalisti che ispirano la direttiva UE sul “ripristino natura”.
L’ISTITUZIONE DELL’ALBO NAZIONALE DEGLI AGROMECCANICI, UNA GARANZIA PER IL CONSUMATORE E PER L’AGRICOLTORE
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«Per ricostruire il rapporto tra produttori e consumatori, è necessaria una comunicazione veritiera, giornalisti specializzati e l’istituzione di un albo nazionale degli agromeccanici», ha aggiunto il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari (nella foto sopra), introducendo l’intervento video dell’onorevole Davide Bergamini, primo firmatario ed estensore di una proposta di legge che intende istituire un albo professionale “per chi svolge l’attività agromeccanica in forma prevalente”, ha specificato il direttore di APIMA Cremona Fabrizio Canesi.
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«Agromeccanici professionali potrebbero certificare la qualità del lavoro svolto nei campi: una garanzia per il consumatore ma anche per l’agricoltore», – ha aggiunto Donato Rossi (nella foto sopra) di Confagricoltura. «Gli agromeccanici sono pronti ai cambiamenti e alle mutevolezze con le loro capacità e professionalità nel saper cogliere l’innovazione 4.0 e 5.0, tramutarla in buone pratiche e travasarla sul territorio, non a macchia di leopardo, ma in modo diffuso».
Non si pretende che sia la panacea dell’agricoltura italiana, ma dall’Albo degli agromeccanici possono scaturire molteplici benefici. «Un lavoro qualificato può agevolare il ricambio generazionale, necessario per far partire qualsiasi rinnovamento in agricoltura. Con un albo è più facile far passare ai giovani il messaggio che l’agricoltura è un settore in fermento, aperto alle nuove tecnologie e a soluzioni innovative», ha concluso il vicepresidente di Libera Lorenzo Severgnini. «Tuttavia, senza interventi risolutivi che garantiscano reddito e stabilità agli agricoltori, si rischia di perdere giovani talenti che cercano migliori opportunità altrove».
Fonte: Uncai