Organizzato da Uncai e Confagricoltura a EIMA 2024, il seminario “Transizione Climatica e Adeguamento delle Pratiche Colturali” ha preso il via con i saluti e l’introduzione di Clevio Demicheli, vice presidente di Uncai, che, sottolineando il momento tragico attraversato dall’agricoltura, con i contoterzisti disorientati tra siccità e fenomeni meteorologici estremi, ha poto il quesito: “Che cosa si può fare?
BARRILE (CONFAGRICOLTURA): L’IMPORTANZA DI UN MODELLO PRODUTTIVO BASATO SULLA COLLABORAZIONE TRA AGRICOLTORI E CONTOTERZISTI
Annamaria Barrile (nella foto sopra), direttore generale di Confagricoltura, ha sottolineato l’importanza di disegnare un percorso di adattamento del modello agricolo italiano in termini di resistenza e competitività, percorso che può essere facilitato e accelerato dai contoterzisti.
L’invito è quindi di ragionare insieme su un modello produttivo che possa aiutare ad adeguare i processi colturali e i modelli di coltivazione.
ROSSI (CONFAGRICOLTURA): I CONTOTERZISTI PILASTRO DELL’INNOVAZIONE, IN UN NUOVO SISTEMA AGRICOLO IN GRADO DI SUPERARE LA TRANSIZIONE CLIMATICA
Qualcuno di voi ha mai pensato che dovessimo un giorno parlare di nuove geografie dell’agricoltura? si è quindi chiesto il delegato per le politiche agromeccaniche della Giunta Nazionale di Confagricoltura Donato Rossi (nella foto sopra), esponendo in dati di un recente Focus dell’Istat intitolato proprio “Misure statistiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici: realtà in ambito urbano e nuove geografie per l’agricoltura“.
Rossi ha così fatto presente la difficoltà di seguire con tranquillità i programmi aziendali a causa della necessità di adattarsi a nuove geografie agricole. Ha osservato come la secolare vocazione di certe zone sia ora messa in discussione in termini di quantità e qualità delle colture e ha insistito sull’importanza di ascoltare la scienza, che non sempre ha ricevuto l’attenzione necessaria dall’Unione Europea.
Rossi ha quindi evidenziato l’importanza della capacità imprenditoriale e di un nuovo sistema agricolo in grado di affrontare e superare la transizione climatica, che vede i contoterzisti come pilastro dell’innovazione e degli investimenti,
VIANELLO (ACCADEMIA DI AGRICOLTURA): RIFLETTORI PUNTATI SUL PROBLEMA DELLA DEGRADAZIONE DEI SUOLI, CHE VANNO RICOSTRUITI CON MATERIALI ORGANICI ADEGUATI
Gilmo Vianello (nella foto sopra), vicepresidente Accademia Nazionale di Agricoltura, già Ordinario di Pedologia all’Università Alma Mater di Bologna, ha criticato l’uso dei termini come “cambiamento climatico” ed “eccezionalità” spiegando che il cambiamento del clima non è limitato agli ultimi 150 anni, ma si estende per migliaia di anni.
Vianello si è quindi soffermato sull’importanza della gestione dell’acqua come problema principale del periodo caldo attuale e ha ricordato che fenomeni estremi si sono ripetuti nel corso della storia. Ha inoltre criticato l’abbandono delle pratiche tradizionali di concimazione organica in favore di fertilizzanti sintetici, sottolineando la degradazione dei suoli e la perdita della loro capacità di fungere da spugna. La criminalizzazione della zootecnia, ha detto, ha portato a una significativa riduzione della disponibilità di materiale organico. «Questo ha posto un problema per l’agricoltura, poiché il materiale organico è fondamentale per mantenere la fertilità del suolo. Esistono altri materiali organici, come la cellulosa di scarto delle cartiere, ma il loro utilizzo richiede la presenza di decompositori naturali come lombrichi, batteri e funghi».
Fermezza di vedute, infine, da parte del professor Vianello su un tema controverso, il biochar, da lui considerato una “truffa europea”: «Questa pratica – ha affermato – suggerisce di aumentare il carbonio nel suolo per ottenere crediti, ma non porta benefici reali all’agricoltura. La soluzione deve invece passare per la ricostruzione dei suoli con materiali organici adeguati, che non inquinino».
GUIDI (ANGA): INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E FORMAZIONE DEVONO ANDARE DI PARI PASSO
Claudia Guidi, presidente dei Giovani di Confagricoltura Anga Emilia-Romagna, ha parlato delle difficoltà attuali, sottolineando come le metodologie di lavoro in campo siano cambiate. Ha evidenziato l’importanza della digitalizzazione e dell’uso delle nuove tecnologie, ma ha lamentato la mancanza di tempo per la formazione adeguata:
«La digitalizzazione – ha detto – ha trasformato il modo in cui monitoriamo le operazioni agricole. Oggi, possiamo vedere cosa sta facendo una trebbiatrice direttamente dallo smartphone, ma stiamo sfruttando solo una frazione del potenziale tecnologico disponibile, limitandoci spesso a usarla solo per mantenere la linea retta nei campi».
Ha inoltre parlato dell’adattamento delle colture alle mutate condizioni climatiche e dell’importanza di produrre in modo sostenibile. «Non basta più avere la macchina migliore quando in un’ora cadono 80 mm di pioggia: serve un terreno ben drenato e una scelta ponderata delle colture». Gli esempi delle barbabietole, con una campagna inondata e una polarizzazione scesa da 18 a 13, o della soia invendibile dopo essere stata sommersa, sono emblematici. «Dieci anni fa eravamo tranquilli, ora non lo siamo più».
In conclusione del seminario Uncai Annamaria Barrile ha ribadito l’importanza del metodo scientifico come base per le decisioni di Confagricoltura, indipendentemente dal fatto che i risultati siano piacevoli o meno, e ha parlato del progetto Hubfarm come esempio di digitalizzazione dei dati e di creazione di un modello produttivo resiliente.
Fonte: Uncai