La caratteristica peculiare di Loadix, robot di movimentazione multiuso sviluppato dalla start-up ManuRob, facente capo al gruppo bretone M-extend (al quale appartengono anche i marchi di caricatori frontali MX e Manip), è la capacità di poter scegliere in completa autonomia, utilizzando le telecamere stereo per la sua identificazione,  lo strumento adatto al compito da svolgere all’interno di un’ampia gamma di attività che spaziano dall’alimentazione del bestiame al caricamento dei prodotti negli impianti a biogas, al raschiamento delle corsie e ad altre operazioni condotte in ambito zootecnico. In pratica Loadix offre in questo contesto la stessa versatilità di un trattore con caricatore frontale.

SISTEMI DI LOCALIZZAZIONE, TELECAMERE STEREO E SENSORI ANTICOLLISIONE

Robot Loadix

Per muoversi autonomamente in sicurezza in un ambiente aperto, il robot di ManuRob, che è stato esposto al Sima 2022 (evento al quale si riferiscono le foto a corredo di questo articolo), combina diversi sistemi di localizzazione (GPS RTK, INS, Lidar, Odometria) associati a sensori anticollisione,  e a un potente circuito frenante per evitare rischi durante il funzionamento.

RISOLTA LA DIFFICOLTÀ DI INDIVIDUARE IL GIUSTO PUNTO DI CARICO

ManuRob, la ditta francese che ha sviluppato il robot Loadix al Sima 2022

La difficoltà maggiore, spiega Pierre Germanaud, CEO di ManuRob,  è stata quella di insegnare alla macchina a rilevare e localizzare i materiali sfusi da movimentare, avendo a che fare con dei cumuli il cui livello non è fisso nel tempo e nello spazio. Per risolvere questa problematica ManuRob si è rivolta alla società francese Dilepix, esperta nell’impiego dell’intelligenza artificiale in agricoltura, che ha messo a disposizione la propria competenza in due fasi, fornendo consigli e specifiche nella scelta del sensore (fotocamera) adatto alle mansioni di ManuRob e progettando un software integrato nella macchina in grado di rilevare e localizzare la materia da trasportare.

In concreto, ogni volta che il robot Loadix si trova davanti a un silo o a un cumulo di materiale sfuso, le reti neurali Dilepix permettono alla macchina di riconoscere l’ambiente circostante, di identificare i materiali da movimentare e di rilevare autonomamente la posizione ottimale (il fronte giusto nel caso del silo e il punto di carico ottimale nel caso del cumulo a terra) per caricare il materiale.

LO STRUMENTO ADATTO A OGNI ATTIVITÀ

Come anticipato, Loadix è anche in grado di cambiare gli strumenti da solo tra due compiti e riesce ad agganciare e sganciare diversi tipi di accessori, dal cassone multiuso alla benna distributrice, alla spazzatrice e così via.

Le sue attività sono programmabili nonché monitorabili in tempo reale utilizzando un’interfaccia online, in cui vengono selezionati l’attrezzo, il tipo di lavoro, la posizione e l’intervallo di tempo, dopodiché la macchina deciderà il percorso migliore da intraprendere.

ALIMENTAZIONE ELETTRICA CON BATTERIA AL LITIO PER UN’AUTONOMIA DI 4 ORE

Frutto di quattro anni di lavoro, Loadix, che è ancora in fase di prototipo e in corso di omologazione (nessuna informazione finora in merito al prezzo) ed è provvisto di quattro ruote motrici, si muove elettricamente, alimentato da una batteria al litio da 60kW che è stata sviluppata senza l’uso di cobalto, caratteristica che riduce significativamente il suo impatto ambientale. La batteria, inoltre, essendo più pesante delle tradizionali batterie al cobalto, funge anche da contrappeso nella parte posteriore della macchina per bilanciare il carico anteriore.

La capacità di movimentazione del robot arriva a 2 tonnellate fino a 4 metri, l’autonomia è di 4 ore e il pacco batteria garantisce una ricarica completa in meno di 4 ore.

© Barbara Mengozzi